Famosa per i suoi magnifici scenari, l’isola di Ponza è anche un importante sito archeologico che attesta una storia millenaria. Abitata sin dal Neolitico, Ponza vide il susseguirsi di vari domini, prima fenicio e poi greco, sino al 312 a.C, quando divenne una colonia romana. Gli antichi romani la scelsero non solo per la sua posizione strategica a livello geografico, ma anche per la sua ricchezza economica: durante la seconda guerra punica fu decisivo il sostegno che diede a Roma in termini economici e militari. Questo non comportò l’ottenimento dell’optimo jure (cittadinanza romana), ma solo di sgravi fiscali fino all’89 a.C. quando a seguito della guerra interna scatenata dai popoli italici contro Roma anche Ponza acquisì l’esclusivo beneficio che la rese un fondamentale punto strategico per l’Impero nel mar Tirreno centrale.
Gli antichi romani sull’isola di Ponza:
In epoca romana Ponza conobbe ricchezza e prosperità, divenendo una delle mete più ambite dal patriziato romano. Vennero costruite enormi e sfarzose ville, acquedotti, dighe e serbatoi idrici di notevoli dimensioni che, insieme ad alcune piccole fonti di acqua sorgiva, coprivano il fabbisogno d’acqua potabile degli abitanti dell’isola e garantivano il rifornimento di navi mercantili e dell’intera flotta romana. Nella zona di S. Maria venne creato il porto che permise lo sviluppo di un importante traffico marittimo, facendo di Ponza un grande mercato dove era possibile acquistare merci varie. In epoca augustea, dopo l’emanazione della Lex Iulia de Pudicitia nel 18 d.C., l’isola di Ponza divenne luogo di confino per tutti gli oppositori e i parenti scomodi dell’imperatore, sostituiti durante il Cristianesimo, da eretici e atei, poi martirizzati.
Oggi è possibile visitare sull’isola di Ponza diversi siti archeologici risalenti all’epoca romana, come le necropoli dei Guarini e del Bagno Vecchio, tombe ipogee utilizzate per l’inumazione e l’incinerazione; il complesso di piscine delle Grotte di Pilato, utilizzate per l’allevamento di triglie, murene e aragoste; il tunnel Chiaia di Luna che consentiva il collegamento con l’insenatura raggiungibile solo via mare; le varie cisterne della Dragonara, dei Guarini e della Madonna; il mitreo che si trova in pieno centro storico ed è composto da una nicchia con podio e volta con pannello in cui sono rappresentati i dodici segni zodiacali e, infine, la particolare diga di Giancos, una delle poche dighe ad arco sopravvissute al tempo.
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Foto di Valter Cirillo da Pixabay
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