In pochi sanno che anche Benito Mussolini ha una storia legata all’isola di Ponza, in cui vi è rimasto da prigioniere per 10 giorni nel luglio del lontano 1943 dopo la caduta del Fascismo durante la Seconda Guerra Mondiale, prima di essere trasferito in Sardegna sull’isola della Maddalena.
Un periodo della sua vita di cui lui stesso Mussolini parla nel suo “Diario nelle isole di Ponza e della Maddalena” pubblicato da Garzanti Editore nel 1952 (gli originali in lingua italiana erano stati distrutti e quelle arrivate a noi sono solo delle copie in tedesco a opera di un ufficiale delle SS e ritrovate nel bunker di Hitler nel 1945 infine depositate degli archivi nazionali della Gran Bretagna), ma di cui non vi è alcuna citazione nei libri pur essendo stata una parte della storia dell’Italia.
La storia di Benito Mussolini sull’isola pontina:
Mussolini arrivò a Ponza la mattina del 28 luglio dell’anno 1943 ( il giorno prima del suo sessantesimo compleanno che trascorse in solitudine e con il morale a terra ), a bordo della nave corvetta Persefone partita dal molo Ciano del porto di Gaeta la sera del giorno 27 luglio.
Questa nave era una delle corvette della serie “Artemide” e della classe “Gabbiano” a cui diedero i nomi di divinità romane, furono costruite durante la seconda Guerra Mondiale per scortare i convogli destinati a raggiungere la Libia e caccia anti-sommergibili, mimetizzandosi grazie ai loro colori sul grigio cenere e color piombo, con una stazza di ben 643 tonnellate di peso venne fatta affondare a La Spezia in seguito all’armistizio.
Inizialmente sarebbe dovuto sbarcare a Ventotene dove era presente una colonia penale, ma il direttore del carcere si rifiutò di farlo sbarcare dato l’alto numero di detenuti di fazione politica opposta, per tutelare la sua sicurezza venne successivamente trasportato a Ponza.
La prima notte di Mussolini a Ponza trascorse nel carcere dell’isola e solo successivamente venne trasferito all’interno di una casa a due piani dalle facciate di un colore verdastro all’interno del piccolo Porto di Santa Maria considerato un posto sicuro dove far stare l’ex Duce con una numerosa scorta di carabinieri, inoltre tutti gli edifici nelle sue immediate vicinanze vennero occupati dai militari per sorvegliarlo. Ancora oggi è presente l’edificio, attualmente trasformato nella pittoresca Pensione Silvia, un posto semplice dove i vacanzieri possono trascorrere il loro soggiorno sull’isola godendo di un’incredibile affaccio sul mare della graziosa baia di Santa Maria e gustare gli ottimi piatti della tradizione isolana a base di pesce, legumi e verdure raccolte sull’isola. Raggiungi l’isola per visitare i luoghi di prigionia di Benito Mussolini, cerca tra le disponibilità dei traghetti per Ponza e prenota il tuo viaggio.
Qui Mussolini vi rimase per soli 10 giorni prima di essere nuovamente dirottato, sempre in veste di prigioniero, il 7 agosto del 1943 (giorno in cui ricorreva l’anniversario della morte del figlio Bruno Mussolini di 23 anni avvenuta all’aeroporto Pisa soli 2 anni prima per un incidente aereo a bordo di un bombardiere che lui stesso pilotava) sull’isola della Maddalena in Sardegna, perché ritenuta per lui più sicura, a bordo di un incrociatore guidato dall’Ammiraglio Maugeri.
Come lui stesso raccontò in un’intervista pubblicata da “Meridiano d’Italia” solo dopo la sua morte, i suoi unici svaghi durante i giorni trascorsi a Ponza erano la lettura di un libro “La vita di Gesù” e le ore trascorse a fissare l’infrangersi delle onde nel mare seduto su di una scalinata. Durante il giorno riceveva la visita degli isolani che gli portavano in dono i prodotti agricoli del luogo. Di tanto in tanto giocava qualche partita a carte e faceva qualche sporadico bagno in mare sempre sotto stretta sorveglianza, in tutto questo sempre tenuto all’oscuro dei fatti che nel frattempo interessavano il Paese.
Durante la sua permanenza sull’isola si trovava prigioniero a Ponza anche Pietro Nenni socialista un tempo amico di Mussolini , ora in carcere lì dopo essere stato arrestato a febbraio dello stesso anno dai nazisti.
C’è chi afferma che in realtà Mussolini, confinandolo per sua volontà in quell’isola (invece che in Germania) fino a tutta la durata della Seconda Guerra Mondiale, aveva voluto salvarlo da morte certa per mano delle SS.
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